Il termofissaggio anche per le mascherine
A cavallo tra il XVII e il XVIII Secolo, a Venezia, si era diffusa l’abitudine, tra i ceti abbienti, di girare per la città con il volto nascosto da una maschera per non farsi riconoscere, dal momento che il governo dei Dogi aveva da tempo organizzato una fitta rete di informatori e sicari.
Ti riconosco sotto la mascherina!
Fu probabilmente in quel periodo che iniziò l’usanza di mascherarsi a Carnevale e che nacque l’espressione “Ti conosco mascherina!”, una maniera scherzosa per informare qualcuno che lo si era riconosciuto nonostante avesse il volto coperto. Oggi la pandemia globale causata dal Covid-19 ci ha sbalzato in un mondo nuovo, nel quale forse per molto tempo saremo tutti costretti ad indossare mascherine sanitarie in diverse circostanze, ma non più per coprire occhi e naso come nel Settecento, bensì naso e bocca per evitare di contagiare ed essere contagiati.
Ti conosco mascherina!
In questi mesi, è accaduto che molte aziende tessili in tutto il mondo, hanno dovuto fermare la produzione tradizionale a causa del lock-down e così si sono riorganizzate per produrre con i propri tessuti le mascherine indispensabili per gli spostamenti quotidiani di tutti noi. Le mascherine in tessuto, così come quelle chirurgiche in tessuto-non-tessuto, hanno lo scopo di filtrare l’aria che inspiriamo ed espiriamo ma possono essere lavate e riutilizzate per circa 10-15 volte, sono anche un po’ più “fashion” e quindi possono interessare un pubblico più ampio, bambini compresi.
Alcune di queste mascherine tessili sono in puro cotone multistrato, a garanzia di una maggiore barriera protettiva, ma aumentano di molto la loro efficienza con l’applicazione di una resina fluorocarbonica, che, una volta applicata, viene polimerizzata a 160°C per 2 minuti.
Altre mascherine sono composte da un tessuto misto di cotone e lycra. Anche in questo caso, in fase di finissaggio tessile, viene applicata una resina fluorocarbonica per creare il reticolo filtrante. Il vantaggio di questa seconda soluzione è l’elasticità conferita al tessuto dalla fibra di lycra che permette al tessuto di aderire meglio, adattandosi alla conformazione del viso.
Temperatura e tempi adeguati
Per entrambi questi processi è necessario il passaggio in rameuse ed è importante, se non indispensabile, controllare la corretta temperatura del tessuto e il tempo di permanenza (Dwell-Time). Per quanto riguarda la lycra, che polimerizza correttamente a 195°C, diventa essenziale il controllo del tempo di permanenza del tessuto a cui bastano 45 secondi per ottenere un risultato ottimale.
In tutto questo, il nostro sistema SFERA PLUS, grazie all’utilizzo dei sensori THERMOCONTROL, è lo strumento che vogliamo consigliare a tutte quelle aziende che si sono convertite nella produzione di ausili di protezione, come le mascherine. SFERA PLUS, che è dotato di porte ethernet ed USB per una facile connessione con i gestionali aziendali, è in grado di controllare la reale temperatura del tessuto e calcolare il reale tempo di permanenza, permettendo di ottenere un processo di termofissaggio corretto, costante e ripetibile. (per saperne di più clicca QUI)
Se qualcuno protesta che non sia stata riconosciuta in tempo la pericolosità del Covid-19, possiamo rispondere che ora siamo in tempo a imparare come combatterlo e come proteggerci. Per questo è importante conoscere le mascherine che indosseremo. Appunto: ti conosco mascherina!