Freddo inverno, lana calda
La lana è una delle materie prime più antiche, utilizzata già 4000 anni prima di Cristo, per le sue benefiche qualità e per l’uso vario a cui si presta. Quanti maglioni, cappelli, e sciarpe abbiamo tutti nei nostri armadi, colorati o in tinta unita, più morbidi o più pesanti, magari anche fatti a mano con i “ferri”, passati tra fratelli, usati e riusati, consumati ma preferiti, disfatti e poi rilavorati nuovamente.
La fibra del passato, che ci sarà sempre anche in futuro.
Ci sarà sempre, perché viene dalla natura delle pecore e perciò è NATURALE; è anche RINNOVABILE, dal momento che una volta tagliato il vello, il pelo della pecora ricresce fino al taglio successivo; infine, essendo naturale e rinnovabile, non ha un impatto ambientale negativo nella sua realizzazione e tanto meno nella sua decomposizione, quindi perfettamente SOSTENIBILE.
Difficile pensare alla lana come a un rifiuto.
Eppure ogni anno, solo in Italia, 8.700 tonnellate di lana finiscono in discarica, sotterrate o bruciate. Si tratta di fibra di bassa qualità, lana detta “sucida” ovvero sporca e grezza, proveniente dalla tosatura di 7 milioni di pecore italiane. Si tratta di quasi 9.000 di tonnellate di lana da buttare via da cui si potrebbero ricavare più 5.000 tonnellate di fibra, per una resa di circa 15 milioni di metri quadri di tessuto, dando vita a una filiera sostenibile e circolare. Qualcuno ha già messo in piedi un processo di recupero creando valore sociale e un discreto vantaggio per gli allevatori, i quali dalla vendita possono recuperare i costi della tosatura ed evitare quelli piuttosto onerosi di smaltimento, in quanto rifiuto speciale.
Quanti tipi di lana conosciamo
Oggi, nonostante l’introduzione di nuove fibre sintetiche, la produzione di questo filato resiste. Di lana però non ce n’è un solo tipo. La sua qualità e le sue caratteristiche infatti cambiano a seconda dell’animale da cui proviene la tosatura.
• Merino: una lana molto fine ricavata da pecore cresciute in situazioni climatiche estreme e per questo con un alto potere isolante.
• Mohair: una lana morbida e leggera che trattata garantisce una colorazione resistente e uniforme.
• Cashmere: una lana molto pregiata, ancora più fine del Mohair, ricavata dal sottovello di capre kashmir allevate sugli altipiani asiatici, isola dieci volte di più rispetto ad una lana normale.
• Alpaca (tra cui lana di vigogna e lana di lama): una lana leggerissima, al tatto è simile alla seta e grazie alle sue caratteristiche anallergiche e all’assenza di lanolina, non causa reazioni allergiche.
• Cammello: questa fibra si ottiene dalla spazzolatura di giovani cammelli cinesi. Finezza e sofficità fanno di questa fibra un ottimo isolante termico; la sua notevole igroscopicità, superiore a quella della lana di pecora, assicura un microclima asciutto e quindi piacevole.
Fiocco e tops sotto controllo dell’umidità residua
Anche per l’industria della lana ETV propone apparecchiature che permettano il controllo dell’umidità residua. Le misure possono essere effettuate con lo strumento portatile “Hygrofaster-e” o direttamente in linea con TOPSMATIC.
Quest’ultimo, installato all’uscita di un asciugatoio dopo il lavaggio della lana, permette di misurare l’umidità residua nel fiocco o nel tops e i valori raccolti consentono la regolazione della velocità della macchina.